Vavrismo= corrente letteraria adottata per giustificare un esoso esborso.

Una delusione, un altro finito nell’esercito dei dimenticati eppure, stavolta, le premesse erano state diverse. Eh già, perché se Lotito spende 12 milioni per un difensore, allora proprio male non è.
Così avevamo accolto Denis Vavro tra scetticismo, curiosità e quel po’ di fiducia rimasta.

In questa Lazio che sta volando terza in classifica, non c’è mai stato l’apporto del “nuovo che avanza”.
Delusione sì, che ha cancellato anche quel po’ di speranza, questione di cuore che i tifosi conoscono bene.

Un volto triste quello di Denis, l’acquisto più costoso dell’ultimo calciomercato biancoceleste. L’atteso grande innesto in retroguardia che, al momento, fatica a trovare il suo spazio.

Vavro ha giocato pochissimo, soprattutto se calcoliamo l’ Europa League. Con lui in campo la Lazio ha subito 8 gol,  su sei presenze complessive, ha vinto solo due partite.
Va beh, l’Europa oramai non la consideriamo nemmeno, certo è che se la Lazio è tristemente uscita, la colpa non la si può dare a lui.

Rimane però l’amarezza se ci si pensa un po’ su, se pensiamo che era arrivato a Formello per sistemare la difesa con solo Acerbi titolare e per il resto ancora tutta da stabilire tra alternative ed esperimenti.

In coda nelle gerarchie biancocelesti ed ultima spiaggia per Inzaghi, voglio continuare a credere nelle favole perché, anche se una tra le ultime romantiche non vede il lieto fine, allora stiamo alla frutta.
Ho un po’ di ottimismo, ma è per uso personale.
Denis Vavro ha qualcosa da dire?
Potrà scrivere la parola “lieto” o la parola “fine” nel suo destino romano?

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